giovedì 5 marzo 2015

Prurené laghi del Gorzente (circolare) 2010



“ANELLO  PROU’ RENE’ – LAGHI  DEL  GORZERNTE”



- Prou’ Rene’(mt. 825 s.l.m.)

- Bric lagolungo “punto panoramico”(mt. 916 s.l.m.)

- tempo di percorrenza 4h 30'
- dislivello complessivo (mt.  480)
- segnavia (linea bianca – linea rossa)
- parte della tappa 23 (AV) da osservatorio C.A.I.
 a Prou René  
- (E1 - variante) - (E7)
- periodo – 24 giugno 2010









Partendo da Genova bisogna percorrere l’autostrada  (A 7) in direzione Milano e uscire al casello di Bolzaneto.Tenere la destra prendendo la SS-35 per Pontedecimo e proseguire sulla provinciale verso Isoverde.
Superato Campomorone svoltare a sinistra sul ponte di Ceranesi e iniziare a salire verso i “Piani di Praglia”......ci fermiamo in località "Proù René"



…..questo itinerario, inaugurato ufficialmente il 14 aprile 1996, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario del C.A.I. di Bolzaneto, permette di coniugare l'aspetto naturalistico e didattico con l'escursionismo….Vicino alla bacheca illustrativa del “sentiero naturalistico laghi del Gorzente” troviamo una piccola stradina asfaltata dove,  dopo poche decine di metri sulla destra inizia il nostro anello con segnavia  “linea bianco-rossa”…



















….. oltrepassata una costruzione, si prende un sentiero sulla destra in leggera discesa che raggiunge un prato sul fondo di una valletta e continua per radure seguendo la sponda destra orografica del Rio Gorzente fino ad un primo guado. Ci troviamo nella indicata  (zona umida)….






















   

…si continua per boschi di castagni riattraversando il ruscello e, poco dopo, si arriva al bivio sulla destra per il Giogo di Paravanico. Proseguendo  a sinistra fino ad arrivare ad una neviera. Lasciata la neviera si attraversa un fosso e, svoltando a sinistra, ci si immette sull'antica mulattiera che conduceva da Campomorone alle Capanne di Marcarolo, superata una piccola radura paludosa si arriva ad un grosso masso detto "Pietra del Grano".


….proseguiamo finché non iniziamo a scorgere alla nostra destra il “Lago Lungo”….costeggiamo la sponda meridionale in discesa sino a guadare il “Rio Capuzzi” e il  "Rio Lischeo”....




….passiamo  ora quasi a pelo d'acqua su uno stretto sentiero molto suggestivo che costeggia  il Lago Lungo in direzione della diga fino ad un bivio dove il sentiero prosegue fino alla diga…




















….un cancello chiuso ci fa invece proseguire  a sinistra prendendo un ripido pendio nel  bosco fino ad uno spiazzo dove esisteva una carbonaia. Si continua a salire sempre in mezzo al bosco di faggi, castagni, roveri e frassini….
ci godiamo la meravigliosa  vista sul “Figne” e sui laghi sottostanti…..







…i laghi del Gorzente sono un gruppo di tre invasi artificiali dell'Appennino ligure che alimentano gli acquedotti di Genova: il lago Lungo  (684 mt.) ed il lago Badana  (700 mt.) a monte, il lago Lavezze o Bruno (646 mt.) a valle. Il lago Lavezze ed il lago Lungo si trovano al confine tra la provincia di Genova e la provincia di Alessandria, mentre il lago Badana si trova completamente in territorio piemontese. Si trovano nel territorio dei comuni di Bosio (AL), Campomorone (GE) e Ceranesi (GE)…Dal lago Lavezze ha inizio una galleria di 2300 m che, passando sotto l'Appennino, convoglia l'acqua a Gallaneto (nel comune di Campomorone, in Alta Valpolcevera) dove si trovano gli impianti di filtraggio e smistamento….






…i tre laghi fanno parte, per quel che riguarda la parte che ricade nella provincia di Alessandria, del Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo. Il lago Lungo è alimentato dal rio Lischeo, le cui acque discendono dai vicini monte Poggio (1081 m) e monte Orditano (950 m). Anche il lago Badana è alimentato dai rivi che discendono dal monte Poggio, mentre il lago Bruno, oltre alle acque provenienti dai due invasi a monte, è alimentato dai corsi d'acqua del monte delle Figne (1172 m) e del monte Taccone. Il lago Bruno inoltre è alimentato da una galleria, realizzata negli anni 20 del Novecento, che raccoglie le acque di diversi rivi, il cui corso naturale sboccava nel Gorzente a valle della diga. Un canale, che seguitava in un'altra galleria, portava sempre al lago Bruno alcuni rivi provenienti dalla zona della Benedicta, ma per la mancanza di manutenzione quest'opera non svolge più la sua funzione. Dal 2005 il lago Badana è stato svuotato per lavori di manutenzione alla diga, gli altri due laghi invece continuano ad essere alimentati….


































…..iniziamo una discesa sul vuoto molto ripida aiutandoci con un corrimano fino a giungere sotto la diga,  attraversiamo il Lago Bruno su un ponte di ferro. Sulla sponda opposta la strada sterrata e di cemento raggiunge la casa dei guardiani e, dopo una cinquantina di  metri, la si lascia  per prendere un sentiero a sinistra che affronta un pendio boscoso; Prima però facciamo una piccola sosta per ristorarci sul tavolino vicino alla chiesetta…..















































…superiamo un impianto dell’acquedotto e pieghiamo a sinistra   con una brusca salita,  usciti dal bosco scorgiamo ancora da distante il “Lago Bruno” e  ci dirigiamo con un’impegnativa  pendenza verso il “Sacrario dei Martiri di  Passo Mezzano” a 800 mt. (Sorge nel punto dove l'8 aprile 1944, furono trucidati 14 partigiani che erano sfuggiti al rastrellamento nazi-fascista del 6 aprile alla Benedicta.)…



























….prendiamo fiato e saliamo ancora per raggiungere il punto più panoramico a (916 mt.) …il “Bric Lago Lungo” dove troviamo una simpatica panchina  da dove ci godiamo una completa visuale dei laghi del Gorzente….
































































…. Proseguiamo il nostro percorso  verso Est con alternati sali-scendi fino a congiungerci con l'Alta Via dei Monti Liguri (AV) e al  sentiero  E/1,  che lasceremo presto proseguendo verso sud per circa 30' raggiungendo  l'oservatorio naturalistico del C.A.I. di Bolzaneto ....






















…l’osservatorio naturalistico CAI di Bolzaneto è utilizzato come appoggio e sosta per le visite guidate ospita al suo interno una piccola mostra permanente. Per la costruzione e la manutenzione delle dighe venne messa in opera una teleferica costruita su tralicci in legno che venne poi smontata per scopi bellici durante la 1° guerra mondiale e successivamente ricostruita con tralicci in ferro…





…..un piccolo rifugio aperto e una vecchia teleferica ormai in disuso fanno da scenario a quest’area verde; torniamo indietro al bivio dell'AVML per scendere nuovamente, superiamo la  sorgente detta "Fontana dei Segaggin"(mt. 852)   al Valico di Prato Leone….









 …..incontriamo  la sterrata che porta ai Laghi del Gorzente, noi invece seguiamo il sentiero che risale le pendici del Bric Roncasci e lo superiamo continuando fino a raggiungere di nuovo la strada per i laghi che prosegue seguendo sempre il tracciato dell'AVML, raggiungendo infine il Valico di Prou Renè dove era partito il nostro percorso che stranamente inizia e finisce in discesa !!!


















































LA STORIA DEL SACRARIO
…ceduto dai monaci benedettini e passato in proprietà di diverse famiglie, il luogo divenne riconosciuto a livello nazionale in seguito ad un tragico episodio della storia italiana del secondo dopoguerra. Il sacrario fu, infatti, teatro del più efferato eccidio tra gli eventi che contraddistinsero la Resistenza Italiana, perpetrato a danno dei partigiani alessandrini.
In quei monti, dal 1943, si erano rifugiati numerosi renitenti alla leva, militari che avevano abbandonato l’Esercito e antifascisti, costituendo la Brigata Garibaldi Liguria e la Brigata autonoma Alessandria.
Dal 6 all’11 Aprile del 1944, il comando tedesco di Genova iniziò un’azione anti-partigiana, volta a stanare le resistenze dei ribelli nella zona del monte Tobbio, per rendere più sicure le strade di collegamento tra il Piemonte e la Liguria. Partirono con un cospicuo contingente di uomini e iniziarono ad appiccare incendi tra montagne e casolari. I partigiani, privi di organizzazione e di armi, invece di disperdersi, decisero di cercare rifugio nella cascina della Benedicta, sede del comando partigiano, in attesa di comandi. Una volta arrivati lì, tuttavia, vi trovarono il nemico. Furono in 147 i partigiani a perdere la vita, rinchiusi nella cappella adiacente e fucilati. Altri, circa 400 uomini tra partigiani e giovani contadini della zona, vennero inviati nei campi di concentramento tedeschi…
…oggi la vecchia abbazia è un complesso monumentale. Tra il 2000 e il 2009, infatti, in seguito ad un lavoro di restauro e recupero, è stato costituito il Sacrario dei Martiri della Benedicta e, annualmente, viene ricordato l’eccidio tramite una manifestazione nazionale.