martedì 22 marzo 2016

Laghi di Lavagnina - Monte Tobbio 2016



“LAGHI DI LAVAGNINA – MONTE TOBBIO – LAGHI DI LAVAGNINA”


 

 


Laghi di Lavagnina  (mt.344)
Valico degli Eremiti (mt.559)
Monte Tobbio (mt.1092)
Tempo di percorrenza 3h 25’
Ritorno 2h 45’
Dislivello - (mt. 748)
Segnavia - sentiero 402 - Laghi / Valico (Km.6,82)  I I
Segnavia – sentiero 401 -Valico / Tobbio (Km. 3,81)  OO -
Totale distanza – (Km. 21,26)
Periodo – (domenica  delle palme) 20 marzo 2016






















Partendo da Genova in macchina dobbiamo portarci sulla “A 26” direzione Alessandria e uscire al casello di Ovada per poi  proseguire oltre la grande rotonda a sinistra  verso Belforte Monferrato. Percorriamo la  Strada Provinciale 170 in direzione Lerma passando prima Crocera e poi Gambina. Allo stop giriamo a destra su un piccolo ponte (torrente Piota) con ringhiere di colore bianco, non passa molto, un paio di chilometri  e con l’aiuto del GPS troviamo un bivio sulla destra per  la località “Piano Borla”…..(non troviamo indicazioni Laghi di Lavagnina)…..sempre su asfaltata ma di ridotte dimensioni superiamo diverse residenze sino al bivio “Diga Lavagnina”. La sbarra aperta ci permette di proseguire su sterrato ancora per 1,5 Km. circa e lasciare l’auto poco prima del lago su un apposito spiazzo non molto grosso….


















........sempre su asfaltata ma di ridotte dimensioni superiamo diverse residenze sino al bivio “Diga Lavagnina”. La sbarra aperta ci permette di proseguire su sterrato ancora per 1,5 Km. circa e lasciare l’auto poco prima del lago su un apposito spiazzo non molto grosso….





….in prossimità dell’imponente Casa del Custode (mt.344) iniziamo la nostra escursione seguendo il sentiero “402” che costeggia tutto il lato settentrionale del lago inferiore di Lavagnina dapprima con una falsa salita per proseguire in piano per la maggior parte del primo tratto…..
















……ci troviamo nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, istituito nel 1979, è una area naturale protetta situata in Piemonte al confine con la Liguria, ad una decina di km dal Mar Ligure in linea d'aria e a metà strada tra Genova e Novi Ligure. Il parco è compreso tra la val Lemme, la val Polcevera e la valle Stura, e rappresenta l'area verde più estesa di tutta l'area metropolitana genovese, intersezione tra le zone propriamente liguri dell'agglomerato e il retroterra metropolitano dell'Oltregiogo (già ufficialmente appartenenti al Piemonte)……

……il suo territorio si estende per 9.551,84 ettari, a un'altitudine compresa tra i 335 m s.l.m. (laghi della Lavagnina) e 1172 m (monte delle Figne)….




















.....estremamente ricco dal punto di vista idrografico, dispone di bacini artificiali (laghi della Lavagnina, laghi del Gorzente), utilizzati per la produzione di energia idroelettrica nonché per usi potabili per l'Acquedotto De Ferrari Galliera del comune di Genova. Il territorio è attraversato da alcuni corsi d'acqua tra i quali il Lemme, dal Passo della Bocchetta verso il Monferrato, il Gorzente tra i laghi del Gorzente e i laghi della Lavagnina, il Piota da Capanne, anch'egli, verso il Monferrato. Numerosissimi sono i rii minori come il rio Acque Striate, affluente del Lemme, il rio del Mulino ed il rio di Campo di Staggi affluenti del Gorzente….


……prevalentemente ricoperto da boschi di latifoglie che stanno spontaneamente ricolonizzando alcuni versanti, il parco è stato oggetto anche di estesi rimboschimenti a conifere. La vicinanza al mare delle montagne, costituisce una linea di demarcazione tra il tipico clima continentale e il clima mediterraneo, dando luogo a condizioni climatiche particolari che permettono la coesistenza di specie tipiche della flora alpina e specie caratteristiche dell'ambiente mediterraneo, in una zona dall'estensione relativamente limitata…..


….i laghi di Lavagnina sono due laghi artificiali dell'Appennino ligure in provincia di Alessandria ed interessano i comuni di Casaleggio Boiro, Mornese e Bosio. Nella zona veniva estratto oro, nel 1852 infatti in località Lavagnina, ora sommersa dall'invaso venne costruito uno stabilimento metallurgico per la preparazione dei lingotti. La costruzione della diga che era cominciata con l'esaurimento di alcune miniere venne terminata nel 1887 per il lago superiore, mentre per il lago inferiore la costruzione cominciò nel 1911 e finì nel 1917. Nei periodi di secca è visibile cascina Lavagnina e lo stabilimento metallurgico costruito nel 1850…..
























…..in neanche 25 minuti raggiungiamo il secondo lago, quello “superiore”(mt. 350), un po’ piccolo da non sembrare neanche un invaso. Il Rio Gorzente scende dolcemente con le sue sfumature smeraldine  mentre noi lo risaliamo, superiamo il pannello del parco, ci lasciamo a sinistra un vecchio rudere e ci dirigiamo verso l’area di sosta con tanto di panche e tavoli ombreggiato e fresco,   posto ideale per famiglie……


































……la cima del Tobbio con i suoi 1092 metri è la in alto che ci osserva e ci attende spazzata dal soffio del marino di Sud-Est (Scirocco), la strada è ancora molto lunga e avvincente…..ma appena arrivati potremmo godere di un suggestivo panorama a 360° su tutte le valli circostanti e sulla pianura alessandrina….








…..in corrispondenza della frana, ben segnalato è il sentiero alternativo che aggira verso monte il problema con un percorso veramente ben fatto, scale e corde ben progettate ci aiutano a scavalcare la collinetta e  scendere per poter proseguire…..








….continuiamo il cammino, superiamo l’area interessata alla frana e tra sali e scendi di   rocce rossastre e passaggi non troppo difficili  raggiungiamo la confluenza che arriva da sinistra del Rio “Eremiti del Gorzente”. Una secca svolta ci porta a scendere  per guadare il corso d’acqua e passare sulla sinistra idrografica dello stesso, per proseguire su un sentiero che dopo essere salito un po’ si distacca per inoltrarsi in un boschetto verso “Pian degli Eremiti”…..








……sbuchiamo sulla Strada Provinciale (SP 165) proveniente da Bosio, svoltiamo  a sinistra in direzione del Valico, e dopo circa 5 o 600 metri raggiungiamo l’incrocio con la provinciale (SP 166) proveniente da Voltaggio, dove si trova la Cappella degli Eremiti e l’inizio del sentiero 401 Valico degli Eremiti (mt. 599)-Monte Tobbio (mt.1092)….






















......ancora  1h e 35’ per raggiungere la chiesetta che sta su in alto, dopo alcuni tornanti c'è un piccolo bivio, dove bisogna mantenere la sinistra e proseguire, (a destra per i più esperti) salendo in continuazione lungo un sentiero rovinato dal tempo, con fondo sconnesso e pietroso, ma che sale  dolcemente seguendo ampi tornanti sul versante settentrionale….








…non mancano gli arbusti di erica, tipica specie della macchia mediterranea a fare da cornice a questa splendida salita che presto ci porta a 740 mt. dove incrociamo il sentiero (403)  che sale diritto  da Voltaggio …..




….la salita si fa un po’ più impegnativa; è facile fare confusione nella scelta del sentiero, guardando bene si notano i segnavia gialli che su un terreno pietroso come questo non spiccano certamente. Dopo aver superato un bel dislivello raggiungiamo “Passo della Dagliola” (mt. 853) dove il vento che arriva dalla la valle del Rio Lavezze  ci leva quasi il fiato….

…..di fronte a noi non si vedono i 1172 metri del Figne coperti dalle nubi ma si scorge laggiù la diga artificiale del Lago Bruno facente parte del gruppo “Laghi Lavezze o del Gorzente”….Lunghi tornanti pietrosi  sembrano portarci fuori percorso, invece ci addolciscono l’ultimo stacco in mezzo a pini e arbusti segnati dal costante forte vento…..
































….. a destra incrociamo l’altro sentiero che arriva dal  “Valico degli Eremiti”, quello per i più esperti; noi  proseguiamo  verso sud per aggirare la montagna, ma si può anche salire tra i prati. Una coltre di nebbia ci avvolge in un’atmosfera surreale, ma finalmente  raggiungiamo  la Chiesetta del Monte Tobbio (mt.1092)….













…..il monte Tobbio  è la montagna posta al centro del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo. Rispetto a tutti gli altri rilievi di questa porzione di Appennino, il Tobbio spicca per la grande visibilità (dalla pianura antistante), dovuta ai suoi versanti spogli e particolarmente scoscesi. Sulla cima vi è una chiesetta edificata nel 1897 e dedicata a Nostra Signora di Caravaggio e un rifugio d'emergenza di proprietà del Club Alpino Italiano di Novi Ligure. Dalla sua cima si possono scorgere sia il golfo di Genova, distante soli 18 km in linea d'aria, che le colline della Langa e del Monferrato che vaste porzioni dell'arco alpino e, in giornate di eccezionale visibilità, si può scorgere la Corsica, distante oltre 200 km……



…..l’eccezionalità del Tobbio è connessa ad un particolare rapporto tra la sua morfologia e la sua collocazione. La conformazione vagamente piramidale e l’escursione altimetrica tra le pendici e la vetta gli conferiscono un’estesa visibilità, pur in mezzo ad altre formazioni di altitudine pari o addirittura superiore…..








….ci prepariamo a tornare verso i laghi, scendiamo a capofitto su Passo della Dagliola  e in un’ora raggiungiamo il Valico. Poche centinaia di metri di asfalto e scendiamo nuovamente sulla destra nel boschetto sottostante, passiamo sull’altra sponda  e rincontriamo il  del Rio Gorzente……














…..passiamo la deviazione della frana e in poco tempo ci troviamo al Lago Superiore; ormai è fatta siamo quasi alla fine di  questa splendida camminata. Molto bella e abbastanza semplice, adatta alle famiglie, ma  solo nel tratto dei laghi però, fino alla zona pic-nic.  Per il resto  il percorso è vario  e divertente……










….durante la Resistenza tutta la zona attorno al monte è stata sede di diverse brigate partigiane e luogo di scontri e battaglie. Sull'Appennino Ligure, tra Genova e Alessandria nella primavera del 1944, operavano due brigate partigiane, la Brigata Autonoma Alessandria e la 3ª Brigata Garibaldi Liguria,  intenzionati a combattere le truppe tedesche e fasciste e a rifiutare l'obbligo di entrare nell'esercito fascista repubblicano, sancito dal bando Graziani del 18 febbraio….
…..tra il 3 e 6 aprile reparti tedeschi appoggiati da quattro compagnie della Guardia Nazionale Repubblicana italiane (due provenienti da Alessandria e due da Genova) e da un reparto del reggimento di Granatieri di stanza a Bolzaneto, accerchiarono la zona del Tobbio partendo da Busalla, Pontedecimo, Masone, Campo Ligure, Mornese, Lerma. Il 6 aprile iniziarono gli scontri armati e mentre la 3ª Brigata Garibaldi Liguria cercò di rompere l'assedio dividendo i propri uomini in piccoli gruppi, la Brigata Autonoma Alessandria cercò una disperata difesa alla Benedicta e a Pian degli Eremiti….
….Altri 17 partigiani fatti prigionieri durante il rastrellamento furono fucilati il 19 maggio nei pressi del passo del Turchino, insieme ad altri 42 prigionieri, come rappresaglia per un attentato contro alcuni soldati tedeschi al cinema Odeon di Genova, in quella che sarà poi ricordata come la Strage del Turchino….
…l monastero della Benedicta, in cui si erano rifugiati gli uomini disarmati o meno esperti (secondo le testimonianze dei superstiti la grande maggioranza degli uomini delle due brigate era male armata o non armata) viene minato e fatto esplodere. Nell'elenco delle 172 armi da fuoco sequestrate dai nazifascisti al termine delle operazioni di rastrellamento, figurano solo pochi fucili mitragliatori statunitensi. La maggior parte dell'armamento in dotazione ai partigiani era costituito da fucili da caccia a pallettoni e da 11 pistole ad avancarica, probabili cimeli famigliari risalenti al Risorgimento….
…..le perdite nazifasciste furono limitate a 4 morti (3 tedeschi e 1 italiano) e 24 feriti (16 tedeschi e 8 italiani), 11 dei quali in gravi condizioni. Le forze partigiane che, tra gli scontri e le fucilazioni, ebbero invece 147 morti, poi sepolti in una fossa comune. Tra questi, 75 partigiani catturati furono fucilati dai Granatieri repubblicani comandati da un ufficiale tedesco. Si salvò solo Giuseppe Ennio Odino, ritenuto morto…..