“LAGHI
DI LAVAGNINA – MONTE TOBBIO – LAGHI DI LAVAGNINA”
Laghi
di Lavagnina (mt.344)
Valico
degli Eremiti (mt.559)
Monte
Tobbio (mt.1092)
Tempo
di percorrenza 3h 25’
Ritorno
2h 45’
Dislivello
- (mt. 748)
Segnavia
- sentiero 402 - Laghi / Valico (Km.6,82) I I
Segnavia
– sentiero 401 -Valico / Tobbio (Km. 3,81) OO -
Totale
distanza – (Km. 21,26)
Periodo
– (domenica delle palme) 20 marzo 2016

Partendo
da Genova in macchina dobbiamo portarci sulla “A 26” direzione Alessandria e
uscire al casello di Ovada per poi proseguire oltre la grande rotonda a
sinistra verso Belforte Monferrato.
Percorriamo la Strada Provinciale 170 in
direzione Lerma passando prima Crocera e poi Gambina. Allo stop giriamo a
destra su un piccolo ponte (torrente Piota) con ringhiere di colore bianco, non
passa molto, un paio di chilometri e con
l’aiuto del GPS troviamo un bivio sulla destra per la località “Piano Borla”…..(non troviamo
indicazioni Laghi di Lavagnina)…..sempre su asfaltata ma di ridotte dimensioni
superiamo diverse residenze sino al bivio “Diga Lavagnina”. La sbarra aperta ci
permette di proseguire su sterrato ancora per 1,5 Km. circa e lasciare l’auto poco
prima del lago su un apposito spiazzo non molto grosso….
........sempre su asfaltata ma di ridotte dimensioni
superiamo diverse residenze sino al bivio “Diga Lavagnina”. La sbarra aperta ci
permette di proseguire su sterrato ancora per 1,5 Km. circa e lasciare l’auto poco
prima del lago su un apposito spiazzo non molto grosso….
….in
prossimità dell’imponente Casa del Custode (mt.344) iniziamo la nostra
escursione seguendo il sentiero “402” che costeggia tutto il lato
settentrionale del lago inferiore di Lavagnina dapprima con una falsa salita per
proseguire in piano per la maggior parte del primo tratto…..
……ci
troviamo nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, istituito nel 1979, è
una area naturale protetta situata in Piemonte al confine con la Liguria, ad
una decina di km dal Mar Ligure in linea d'aria e a metà strada tra Genova e
Novi Ligure. Il parco è compreso tra la val Lemme, la val Polcevera e la valle
Stura, e rappresenta l'area verde più estesa di tutta l'area metropolitana
genovese, intersezione tra le zone propriamente liguri dell'agglomerato e il
retroterra metropolitano dell'Oltregiogo (già ufficialmente appartenenti al
Piemonte)……
……il
suo territorio si estende per 9.551,84 ettari, a un'altitudine compresa tra i
335 m s.l.m. (laghi della Lavagnina) e 1172 m (monte delle Figne)….
.....estremamente
ricco dal punto di vista idrografico, dispone di bacini artificiali (laghi
della Lavagnina, laghi del Gorzente), utilizzati per la produzione di energia
idroelettrica nonché per usi potabili per l'Acquedotto De Ferrari Galliera del
comune di Genova. Il territorio è attraversato da alcuni corsi d'acqua tra i
quali il Lemme, dal Passo della Bocchetta verso il Monferrato, il Gorzente tra
i laghi del Gorzente e i laghi della Lavagnina, il Piota da Capanne, anch'egli,
verso il Monferrato. Numerosissimi sono i rii minori come il rio Acque Striate,
affluente del Lemme, il rio del Mulino ed il rio di Campo di Staggi affluenti
del Gorzente….
……prevalentemente
ricoperto da boschi di latifoglie che stanno spontaneamente ricolonizzando
alcuni versanti, il parco è stato oggetto anche di estesi rimboschimenti a
conifere. La vicinanza al mare delle montagne, costituisce una linea di
demarcazione tra il tipico clima continentale e il clima mediterraneo, dando
luogo a condizioni climatiche particolari che permettono la coesistenza di
specie tipiche della flora alpina e specie caratteristiche dell'ambiente
mediterraneo, in una zona dall'estensione relativamente limitata…..
….i laghi di Lavagnina sono due laghi
artificiali dell'Appennino ligure in provincia di Alessandria ed interessano i
comuni di Casaleggio Boiro, Mornese e Bosio. Nella zona veniva estratto oro,
nel 1852 infatti in località Lavagnina, ora sommersa dall'invaso venne
costruito uno stabilimento metallurgico per la preparazione dei lingotti. La
costruzione della diga che era cominciata con l'esaurimento di alcune miniere
venne terminata nel 1887 per il lago superiore, mentre per il lago inferiore la
costruzione cominciò nel 1911 e finì nel 1917. Nei periodi di secca è visibile
cascina Lavagnina e lo stabilimento metallurgico costruito nel 1850…..
…..in
neanche 25 minuti raggiungiamo il secondo lago, quello “superiore”(mt. 350), un
po’ piccolo da non sembrare neanche un invaso. Il Rio Gorzente scende
dolcemente con le sue sfumature smeraldine mentre noi lo risaliamo, superiamo il pannello
del parco, ci lasciamo a sinistra un vecchio rudere e ci dirigiamo verso l’area
di sosta con tanto di panche e tavoli ombreggiato e fresco, posto
ideale per famiglie……
……la
cima del Tobbio con i suoi 1092 metri è la in alto che ci osserva e ci attende
spazzata dal soffio del marino di Sud-Est (Scirocco), la strada è ancora molto
lunga e avvincente…..ma appena arrivati potremmo godere di un suggestivo
panorama a 360° su tutte le valli circostanti e sulla pianura alessandrina….
…..in
corrispondenza della frana, ben segnalato è il sentiero alternativo che aggira
verso monte il problema con un percorso veramente ben fatto, scale e corde ben
progettate ci aiutano a scavalcare la collinetta e scendere per poter proseguire…..
….continuiamo
il cammino, superiamo l’area interessata alla frana e tra sali e scendi di rocce rossastre e passaggi non troppo
difficili raggiungiamo la confluenza che arriva da sinistra del Rio “Eremiti
del Gorzente”. Una secca svolta ci porta a scendere per guadare
il corso d’acqua e passare sulla sinistra idrografica dello stesso, per
proseguire su un sentiero che dopo essere salito un po’ si distacca per
inoltrarsi in un boschetto verso “Pian degli Eremiti”…..
……sbuchiamo
sulla Strada Provinciale (SP 165) proveniente da Bosio, svoltiamo a sinistra in direzione del Valico, e dopo
circa 5 o 600 metri raggiungiamo l’incrocio con la provinciale (SP 166)
proveniente da Voltaggio, dove si trova la Cappella degli Eremiti e l’inizio
del sentiero 401 Valico degli Eremiti (mt. 599)-Monte Tobbio (mt.1092)….
......ancora
1h e 35’ per raggiungere la chiesetta
che sta su in alto, dopo alcuni tornanti c'è un piccolo bivio, dove bisogna
mantenere la sinistra e proseguire, (a destra per i più esperti) salendo in
continuazione lungo un sentiero rovinato dal tempo, con fondo sconnesso e
pietroso, ma che sale dolcemente
seguendo ampi tornanti sul versante settentrionale….
…non
mancano gli arbusti di erica, tipica specie della macchia mediterranea a fare
da cornice a questa splendida salita che presto ci porta a 740 mt. dove
incrociamo il sentiero (403) che sale diritto
da Voltaggio …..
….la
salita si fa un po’ più impegnativa; è facile fare confusione nella scelta del
sentiero, guardando bene si notano i segnavia gialli che su un terreno pietroso
come questo non spiccano certamente. Dopo aver superato un bel dislivello
raggiungiamo “Passo della Dagliola” (mt. 853) dove il vento che arriva dalla la
valle del Rio Lavezze ci leva quasi il fiato….
…..di
fronte a noi non si vedono i 1172 metri del Figne coperti dalle nubi ma si
scorge laggiù la diga artificiale del Lago Bruno facente parte del gruppo “Laghi
Lavezze o del Gorzente”….Lunghi tornanti pietrosi sembrano portarci fuori percorso, invece ci
addolciscono l’ultimo stacco in mezzo a pini e arbusti segnati dal costante
forte vento…..
….. a destra incrociamo l’altro sentiero che arriva dal “Valico degli Eremiti”, quello per i più esperti; noi proseguiamo verso sud per aggirare la montagna, ma si può anche salire tra i prati. Una coltre di nebbia ci avvolge in un’atmosfera surreale, ma finalmente raggiungiamo la Chiesetta del Monte Tobbio (mt.1092)….
…..il
monte Tobbio è la montagna posta al
centro del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo. Rispetto a tutti gli
altri rilievi di questa porzione di Appennino, il Tobbio spicca per la grande
visibilità (dalla pianura antistante), dovuta ai suoi versanti spogli e
particolarmente scoscesi. Sulla cima vi è una chiesetta edificata nel 1897 e
dedicata a Nostra Signora di Caravaggio e un rifugio d'emergenza di proprietà
del Club Alpino Italiano di Novi Ligure. Dalla sua cima si possono scorgere sia
il golfo di Genova, distante soli 18 km in linea d'aria, che le colline della
Langa e del Monferrato che vaste porzioni dell'arco alpino e, in giornate di
eccezionale visibilità, si può scorgere la Corsica, distante oltre 200 km……
…..l’eccezionalità
del Tobbio è connessa ad un particolare rapporto tra la sua morfologia e la sua
collocazione. La conformazione vagamente piramidale e l’escursione altimetrica
tra le pendici e la vetta gli conferiscono un’estesa visibilità, pur in mezzo
ad altre formazioni di altitudine pari o addirittura superiore…..
….ci
prepariamo a tornare verso i laghi, scendiamo a capofitto su Passo della
Dagliola e in un’ora raggiungiamo il
Valico. Poche centinaia di metri di asfalto e scendiamo nuovamente sulla destra
nel boschetto sottostante, passiamo sull’altra sponda e rincontriamo il del Rio Gorzente……
…..passiamo
la deviazione della frana e in poco tempo ci troviamo al Lago Superiore; ormai
è fatta siamo quasi alla fine di questa
splendida camminata. Molto bella e abbastanza semplice, adatta alle famiglie,
ma solo nel tratto dei laghi però, fino
alla zona pic-nic. Per il resto il percorso è vario e divertente……
….durante
la Resistenza tutta la zona attorno al monte è stata sede di diverse brigate
partigiane e luogo di scontri e battaglie. Sull'Appennino Ligure, tra Genova e
Alessandria nella primavera del 1944, operavano due brigate partigiane, la
Brigata Autonoma Alessandria e la 3ª Brigata Garibaldi Liguria, intenzionati a combattere le truppe tedesche e
fasciste e a rifiutare l'obbligo di entrare nell'esercito fascista
repubblicano, sancito dal bando Graziani del 18 febbraio….
…..tra
il 3 e 6 aprile reparti tedeschi appoggiati da quattro compagnie della Guardia
Nazionale Repubblicana italiane (due provenienti da Alessandria e due da
Genova) e da un reparto del reggimento di Granatieri di stanza a Bolzaneto,
accerchiarono la zona del Tobbio partendo da Busalla, Pontedecimo, Masone, Campo
Ligure, Mornese, Lerma. Il 6 aprile iniziarono gli scontri armati e mentre la
3ª Brigata Garibaldi Liguria cercò di rompere l'assedio dividendo i propri
uomini in piccoli gruppi, la Brigata Autonoma Alessandria cercò una disperata
difesa alla Benedicta e a Pian degli Eremiti….
….Altri
17 partigiani fatti prigionieri durante il rastrellamento furono fucilati il 19
maggio nei pressi del passo del Turchino, insieme ad altri 42 prigionieri, come
rappresaglia per un attentato contro alcuni soldati tedeschi al cinema Odeon di
Genova, in quella che sarà poi ricordata come la Strage del Turchino….
…l
monastero della Benedicta, in cui si erano rifugiati gli uomini disarmati o
meno esperti (secondo le testimonianze dei superstiti la grande maggioranza
degli uomini delle due brigate era male armata o non armata) viene minato e
fatto esplodere. Nell'elenco delle 172 armi da fuoco sequestrate dai
nazifascisti al termine delle operazioni di rastrellamento, figurano solo pochi
fucili mitragliatori statunitensi. La maggior parte dell'armamento in dotazione
ai partigiani era costituito da fucili da caccia a pallettoni e da 11 pistole
ad avancarica, probabili cimeli famigliari risalenti al Risorgimento….
…..le
perdite nazifasciste furono limitate a 4 morti (3 tedeschi e 1 italiano) e 24
feriti (16 tedeschi e 8 italiani), 11 dei quali in gravi condizioni. Le
forze partigiane che, tra gli scontri e le fucilazioni, ebbero invece 147
morti, poi sepolti in una fossa comune. Tra questi, 75 partigiani catturati
furono fucilati dai Granatieri repubblicani comandati da un ufficiale tedesco.
Si salvò solo Giuseppe Ennio Odino, ritenuto morto…..