martedì 23 agosto 2016

Alpicella - Monte Beigua 2015



“ALPICELLA – BEIGUA”


Alpicella (mt. 405 s.l.m.) – monte Beigua (mt. 1252 s.l.m.)
- tempo di percorrenza 4h 30’
- dislivello mt. 847
- segnavia (triangolo rosso vuoto)
- periodo – 25 gennaio 2015























….partendo da Genova in auto bisogna percorrere l’autostrada A 10  “Genova – Ventimiglia” e uscire al casello di Varazze. Scendere  sul lungomare e alla prima rotonda svoltare a destra e alla seconda piccola rotonda proseguire diritti in direzione Sassello. Salendo si raggiunge il paesino di Pero, appena finisce l’abitato svoltare a destra direzione Alpicella per circa 2,5 km.
Parcheggiando l’auto nella piazza IV Novembre si segue la strada asfaltata a salire sul  Beigua e dopo una ventina di metri sulla destra incontriamo una scala di cemento che costituisce l’inizio del percorso, ci accompagnerà per tutto il sentiero il segnavia (triangolo rosso vuoto)….


......appena fa chiaro iniziamo la mulattiera  che attraversa terrazzi coltivati per poi intercettare una strada privata che conduce nel bosco dove incontriamo quasi subito un’edicola votiva detta "Nicciu du Briccu du Bruxin", che ingloba un monolite ritenuto da molti un antico menhir….
 
….Alpicela è una frazione di 531 abitanti del comune di Varazze, in provincia di Savona, insieme a Castagnabuona, Cantalupo, Casanova, Pero, Faje e Piani d'Invrea. Anticamente chiamata Cella delle Alpi o piccola Alpe, Alpicella ha origini remote, si ritiene che i centro ritrovamenti archeologici; a quel tempo la località diede ospitalità a uomini soprattutto cacciatori e raccoglitori….in epoca romana, divenne rurale….. primi insediamenti possano risalire infatti al IV secolo a.C….
…. è sede di un museo che espone reperti archeologici di epoca neolitica di tutta la zona del Comune di Varazze. Nei pressi della località si trova, inoltre, una via megalitica lastricata che presenta un recinto di pietre verticali orientati verso il Monte Greppino….


















…..sempre nelle vicinanze è stato scoperto nel 1977 il Riparo sottoroccia di Fenestrelle del neolitico medio. L'area presenta inoltre diversi altri rilevamenti archeologici: menhir, incisioni rupestri e pietre "à polissoir" ed edifici rurali dalla tecnica costruttiva paragonabile a quella occitanico-spagnola che si trova sulla catena montuosa dei Pirenei….è presente anche un ponte ad arco in pietra , risalente intorno all'anno Mille, detto "ponte dei saraceni" o "ponte dei Ratti", che unisce il paese alla località di Campolungo attraversando il torrente Teiro….



….la visita al museo archeologico dell'Alpicella permette di osservare sia una buona parte dei reperti  recuperati dagli archeologi durante gli scavi del "Riparo sotto roccia" sia il contesto geologico - geomorfologico in cui l'uomo del neolitico decise di frequentare queste zone. Potremo osservare diversi vasi a "Bocca Quadrata", che caratterizzano il Neolitico Medio (4700 - 3700 a.C.) vasi a "Bocca Quadrilobata" (pressoché esclusivi del finalese) e uno spillone in bronzo che documenta l'utilizzo del riparo anche per tutta l'Età del Bronzo…..
…la strada megalitica è un "viale" di epoca preistorica, come protetto da una serie di massi a sembrare primitivi "paracarri". Il luogo è conosciuto dagli studiosi come "Recinto sacro" ed era, forse, rivolto a qualche divinità, considerato che la vicina vetta del monte Greppino (raggiungibile seguendo il segnavia "T" che in parte accompagna, per poi separarsene, la "N" della strada megalitica) presenta, per la sua composizione rocciosa, una notevole capacità di attirare i fulmini….




















……uscendo dal bosco raggiungiamo il primo punto panoramico nei pressi del poggio del “monte Priafaia” che grazie alla rotazione del vento tra “maestrale” e “tramontana” riusciamo ad avere un’ottima limpidezza per goderci un panorama mozzafiato ….…..dopo avere aggirato il “monte Cavalli”,caratterizato da una singolare copertura detritica di origine crioclastica (processo di disgregazione della roccia creato da l’alternanza di fasi di gelo e disgelo….


…il maestrale è il vento che spira da Nord-Ovest; tale direzione è indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Vi sono due possibili etimologie di questo nome, a seconda che consideri la prassi romana di collocare la rosa dei venti al centro del Mediterraneo, o invece quella medievale che la posiziona sull'isola di Zakynthos in Grecia.  La “genesi” di questo vento si ha quando correnti di aria polare o artica irrompono nel Mediterraneo occidentale dalle coste della Provenza. In queste circostanze, le masse d'aria provenienti da Nord, scavalcando il Massiccio Centrale francese ed i Pirenei, si incanalano lungo la valle del Rodano, dove vengono molto accelerate dalla rapida discesa sui versanti sottovento. Nella maggior parte dei casi, questa accelerazione consente ai venti di Maestrale di giungere ancora irruenti fino alle coste di Corsica e Sardegna, interessate da questo vento con una certa frequenza, anche in zona anticiclonica…
 
 
….castagni e roverelle fanno da cornice alla nostra prima ora di salita abbastanza impegnativa, una pendenza  discreta, molte foglie secche e resti ghiacciati di neve …..


…..in prossimità di un vecchio rudere incontriamo un rimboschimento di “pino nero” e salendo su un prato allargato tramite una canaletta arriviamo ad un altro punto panoramico…..
….come nella maggior  parte delle Regioni  italiane, anche in Liguria, i  popolamenti
artifi ciali sono costituiti prevalentemente da impianti di conifere, realizzati a partire
dalla fi ne dell’800 fino alla prima metà del secolo successivo, con lo scopo di proteggere i versanti, allora privi di vegetazione arborea, dai diffusi fenomeni erosivi. Gli impianti sono stati realizzati prevalentemente su proprietà private abbandonate,
secondariamente su quelle pubbliche per un totale, secondo i dati della Carta forestale SPIRL di circa 60.000 ha, pari a circa il 17% dei boschi. La possibilità di permanenza delle conifere all’interno dei complessi boscati della Liguria, soprattutto nella fascia costiera, è strettamente correlata alle esigenze delle singole specie e alla loro capacità di adattamento, ma anche a ragioni di gestione territoriale in merito al rischio di incendi…




…….abbiamo così raggiunto il pianoro del”Bric Montebè” (mt.965) detto “piano della luna” , si intravedono le antenne,  proseguiamo su questo tratto pianeggiante con la neve del mattino ancora fresca ….



….…..dopo avere aggirato il “monte Cavalli”, caratterizato da una singolare copertura detritica di origine crioclastica (processo di disgregazione della roccia creato da l’alternanza di fasi di gelo e disgelo) ....ci spediamo diretti verso la zona umida in località “Giare dell’Olio”….



































….ci godiamo questi splendidi passaggi su una soffice neve fresca che i silenzio caccompagna  in un pace incantata quasi da fiaba .....saliamo ancora,  compaiono i primi  faggi e raggiungiamo la zona umida in località “Giare dell’Olio” (mt. 1079) dove in primavera esplodono fioriture  gialle intenso di “farferugine”…..
….la zona umida di Giare dell'Olio ospita un prato umido e una torbiera in cui scorre centralmente un piccolo rivo d'acqua permanente per quasi tutto l'anno; si notano grandi cespi di Carex cespitosa. Lungo il perimetro si evidenziano faggi di discrete dimensioni. Nei pressi della zona umida principale, i versanti ospitano piccoli lembi di torbiera a sfagno e zone fangose con Caltha palustris e copertura di ontani. Si trova sui versanti sud ovest del monte Beigua a 1070 m di quota pochi metri sotto la strada asfaltata che da Alpicella sale verso il monte Beigua…
 ….il substrato è costituito da serpentinoscisti, la zona umida pare essere derivata da movimenti franosi dei versanti soprastanti.




















…..venti minuti di cammino ancora per uscire dal bosco, ma dopo avere notato impronte di lupo sulla neve fresca perpendicolari al nostro sentiero e dopo essermi accorto che la mia cucciola era un po’ troppo agitata ….. ho preferito “girare la slitta” e tornare indietro prima di avere spiacevoli esperienze …..


….branchi di lupi stanziati sull'appennino savonese, precisamente sul massiccio del monte Beigua, fra Stella e Varazze, dove vivono in piccole comunità fra i 900 e i 1.250 metri di quota, limiti dell'alpeggio di ovini e bovini, dove la qualità dell'erba che gode della salinità offre prodotti eccellenti, dalla carne ai caseari….



.....la conferma arriva dal particolare modo in cui sono state sbranate decine di pecore di alcuni allevatori, che da tre anni denunciano il caso, all'esame di Ente Parco, Provincia, Regione, Confederazione agricoltori e Università di Genova. Per l'uomo, dicono gli esperti, non esiste alcun pericolo. Per l'ecosistema, invece, una presenza quasi "salutare", danni a parte. Ma non è escluso che, oltre ai lupi "puri", i contrafforti del Beigua siano frequentati da branchi molto più pericolosi di cani inselvatichiti, che si potrebbero però abbattere, in quanto specie non protetta….



……usciti dal bosco si svolta a destra su una  strada asfaltata che sale fino all’area attrezzata per il  pic-nic  di “Pian di Stella” e poco dopo si raggiunge la grande croce  Monumentale di cemento …..
…è una struttura realizzata in cemento armato  posta a quota 1267 mt., 700 metri ad Ovest della vetta del Monte Beigua, a Sassello, in provincia di Savona. La croce è alta 18,50 m ed ha una apertura di quasi 7 metri. È dotata di una scala interna che conduce ad un braccio dal quale si può spaziare con la vista dalla Corsica a gran parte dell'arco alpino nord-occidentale….
….la struttura fu realizzata tra il 1932 e il 1933, nella base è stata ricavata una piccola cappella sopra la cui porta è incastonato un mattone della Porta Santa di Roma a memoria dell'Anno Santo 1932. La croce è collegata al vicino Santuario della Regina Pacis tramite una via Crucis scolpita dall'artista Emilio Demetz e inaugurata nel 1937….



....salutiamo la neve e ci portiamo verso valle inghiottiti dalla  vegetazione invernale, alcune foto qui sotto descrivono la nostra veloce discesa in boschi indimenticabili, molto curati e in ordine….complimenti a chi se ne prende cura ….l’Alta Via con i rispettivi “raccordi”e molti sentieri in Liguria sono  ben tracciati, segnalati e  seguiti…. meritano di essere percorsi ….


….Il monte Beigua  è un rilievo montuoso dell'Appennino ligure alto 1287 m s.l.m., che sorge sullo spartiacque ligure-padano. È la cima più alta del cosiddetto "gruppo del Beigua", di cui fanno parte i vicini monte Grosso (1265 mt.), monte Ermetta (1267 mt.), il bric Veciri (1264 mt.), il monte Avzè (1022 mt.). La vetta si trova al confine tra il territorio comunale di Varazze e quello di Sassello. Fa parte del Parco naturale regionale del Beigua – (Beigua Geopark). Il monte Beigua è attraversato da numerosi sentieri, il più importante dei quali è l'Alta via dei Monti Liguri…..




…..ci soffermiamo ancora qualche minuto  per goderci ancora una volta il “quadretto” Savona e l’isola di Bergeggi…. Alpi e Prealpi innevate e lo splendido parco eolico ai nostri piedi….…l’ultima serie di foto illustra la strada del rientro di un’escursione molto bella, fredda e interessante, peccato che non abbiamo incontrato un’anima viva….