“ALPICELLA
– BEIGUA”
Alpicella
(mt. 405 s.l.m.) – monte Beigua (mt. 1252 s.l.m.)
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tempo di percorrenza 4h 30’
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dislivello mt. 847
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segnavia (triangolo rosso vuoto)
….partendo
da Genova in auto bisogna percorrere l’autostrada A 10 “Genova – Ventimiglia” e uscire al casello di
Varazze. Scendere sul lungomare e alla
prima rotonda svoltare a destra e alla seconda piccola rotonda proseguire
diritti in direzione Sassello. Salendo si raggiunge il paesino di Pero, appena
finisce l’abitato svoltare a destra direzione Alpicella per circa 2,5 km.
Parcheggiando
l’auto nella piazza IV Novembre si segue la strada asfaltata a salire sul Beigua e dopo una ventina di metri sulla
destra incontriamo una scala di cemento che costituisce l’inizio del percorso,
ci accompagnerà per tutto il sentiero il segnavia (triangolo rosso vuoto)….
......appena fa chiaro iniziamo la mulattiera che attraversa terrazzi coltivati per poi
intercettare una strada privata che conduce nel bosco dove incontriamo quasi
subito un’edicola votiva detta "Nicciu du Briccu du Bruxin", che
ingloba un monolite ritenuto da molti un antico menhir….
….Alpicela
è una frazione di 531 abitanti del comune di Varazze, in provincia di Savona,
insieme a Castagnabuona, Cantalupo, Casanova, Pero, Faje e Piani d'Invrea.
Anticamente chiamata Cella delle Alpi o piccola Alpe, Alpicella ha origini
remote, si ritiene che i centro ritrovamenti archeologici; a quel tempo la
località diede ospitalità a uomini soprattutto cacciatori e raccoglitori….in
epoca romana, divenne rurale….. primi insediamenti possano risalire infatti al
IV secolo a.C….
…. è
sede di un museo che espone reperti archeologici di epoca neolitica di tutta la
zona del Comune di Varazze. Nei pressi della località si trova, inoltre, una
via megalitica lastricata che presenta un recinto di pietre verticali orientati
verso il Monte Greppino….
…..sempre
nelle vicinanze è stato scoperto nel 1977 il Riparo sottoroccia di Fenestrelle
del neolitico medio. L'area presenta inoltre diversi altri rilevamenti
archeologici: menhir, incisioni rupestri e pietre "à polissoir" ed
edifici rurali dalla tecnica costruttiva paragonabile a quella
occitanico-spagnola che si trova sulla catena montuosa dei Pirenei….è presente
anche un ponte ad arco in pietra , risalente intorno all'anno Mille, detto
"ponte dei saraceni" o "ponte dei Ratti", che unisce il
paese alla località di Campolungo attraversando il torrente Teiro….
….la
visita al museo archeologico dell'Alpicella permette di osservare sia una buona
parte dei reperti recuperati dagli
archeologi durante gli scavi del "Riparo sotto roccia" sia il
contesto geologico - geomorfologico in cui l'uomo del neolitico decise di
frequentare queste zone. Potremo osservare diversi vasi a "Bocca
Quadrata", che caratterizzano il Neolitico Medio (4700 - 3700 a.C.) vasi a
"Bocca Quadrilobata" (pressoché esclusivi del finalese) e uno
spillone in bronzo che documenta l'utilizzo del riparo anche per tutta l'Età
del Bronzo…..
…la
strada megalitica è un "viale" di epoca preistorica, come protetto da
una serie di massi a sembrare primitivi "paracarri". Il luogo è
conosciuto dagli studiosi come "Recinto sacro" ed era, forse, rivolto
a qualche divinità, considerato che la vicina vetta del monte Greppino
(raggiungibile seguendo il segnavia "T" che in parte accompagna, per
poi separarsene, la "N" della strada megalitica) presenta, per la sua
composizione rocciosa, una notevole capacità di attirare i fulmini….
……uscendo
dal bosco raggiungiamo il primo punto panoramico nei pressi del poggio del
“monte Priafaia” che grazie alla rotazione del vento tra “maestrale” e
“tramontana” riusciamo ad avere un’ottima limpidezza per goderci un panorama
mozzafiato ….…..dopo avere aggirato il “monte Cavalli”,caratterizato da una
singolare copertura detritica di origine crioclastica (processo di
disgregazione della roccia creato da l’alternanza di fasi di gelo e disgelo….
…il maestrale è il vento
che spira da Nord-Ovest; tale direzione è indicata simbolicamente nella
cosiddetta rosa dei venti. Vi sono due possibili etimologie di questo nome, a
seconda che consideri la prassi romana di collocare la rosa dei venti al centro
del Mediterraneo, o invece quella medievale che la posiziona sull'isola di
Zakynthos in Grecia. La
“genesi” di questo vento si ha quando correnti di aria polare o artica
irrompono nel Mediterraneo occidentale dalle coste della Provenza. In queste
circostanze, le masse d'aria provenienti da Nord, scavalcando il Massiccio
Centrale francese ed i Pirenei, si incanalano lungo la valle del Rodano, dove
vengono molto accelerate dalla rapida discesa sui versanti sottovento. Nella
maggior parte dei casi, questa accelerazione consente ai venti di Maestrale di
giungere ancora irruenti fino alle coste di Corsica e Sardegna, interessate da
questo vento con una certa frequenza, anche in zona anticiclonica…
….castagni
e roverelle fanno da cornice alla nostra prima ora di salita abbastanza
impegnativa, una pendenza discreta,
molte foglie secche e resti ghiacciati di neve …..
…..in
prossimità di un vecchio rudere incontriamo un rimboschimento di “pino nero” e
salendo su un prato allargato tramite una canaletta arriviamo ad un altro punto
panoramico…..
….come nella
maggior parte delle Regioni italiane, anche in Liguria, i popolamenti
artifi ciali sono
costituiti prevalentemente da impianti di conifere, realizzati a partire
dalla fi ne
dell’800 fino alla prima metà del secolo successivo, con lo scopo di proteggere i
versanti, allora privi di vegetazione arborea, dai diffusi fenomeni erosivi. Gli
impianti sono stati realizzati prevalentemente su proprietà private
abbandonate,
secondariamente su
quelle pubbliche per un totale, secondo i dati della Carta forestale
SPIRL di circa 60.000 ha, pari a circa il 17% dei boschi. La possibilità di
permanenza delle conifere all’interno dei complessi boscati della Liguria,
soprattutto nella fascia costiera, è strettamente correlata alle esigenze delle singole specie e
alla loro capacità di adattamento, ma anche a ragioni di gestione territoriale in
merito al rischio di incendi…
…….abbiamo
così raggiunto il pianoro del”Bric Montebè” (mt.965) detto “piano della luna” , si intravedono le antenne, proseguiamo su questo
tratto pianeggiante con la neve del mattino ancora fresca ….
….…..dopo avere aggirato il “monte Cavalli”,
caratterizato da una singolare copertura detritica di origine crioclastica
(processo di disgregazione della roccia creato da l’alternanza di fasi di gelo
e disgelo) ....ci spediamo diretti verso la zona umida in località “Giare
dell’Olio”….
….ci godiamo questi splendidi
passaggi su una soffice neve fresca che i silenzio caccompagna in un pace incantata quasi da fiaba
.....saliamo ancora, compaiono i
primi faggi e raggiungiamo la zona umida
in località “Giare dell’Olio” (mt. 1079) dove in primavera esplodono fioriture gialle intenso di “farferugine”…..
….la zona umida di
Giare dell'Olio ospita un prato umido e una torbiera in cui scorre centralmente
un piccolo rivo d'acqua permanente per quasi tutto l'anno; si notano grandi
cespi di Carex cespitosa. Lungo
il perimetro si evidenziano faggi di discrete dimensioni. Nei pressi della zona
umida principale, i versanti ospitano piccoli lembi di torbiera a sfagno e zone
fangose con Caltha palustris e
copertura di ontani. Si trova sui versanti sud ovest del monte Beigua a 1070 m
di quota pochi metri sotto la strada asfaltata che da Alpicella sale verso il
monte Beigua…
….il substrato è costituito da
serpentinoscisti, la zona umida pare essere derivata da movimenti franosi dei
versanti soprastanti.
…..venti minuti di cammino ancora per uscire dal bosco,
ma dopo avere notato impronte di lupo sulla neve fresca perpendicolari al
nostro sentiero e dopo essermi accorto che la mia cucciola era un po’ troppo
agitata ….. ho preferito “girare la slitta” e tornare indietro prima di avere
spiacevoli esperienze …..
….branchi di lupi
stanziati sull'appennino savonese, precisamente sul massiccio del monte Beigua,
fra Stella e Varazze, dove vivono in piccole comunità fra i 900 e i 1.250 metri
di quota, limiti dell'alpeggio di ovini e bovini, dove la qualità dell'erba che
gode della salinità offre prodotti eccellenti, dalla carne ai caseari….
.....la conferma
arriva dal particolare modo in cui sono state sbranate decine di pecore di
alcuni allevatori, che da tre anni denunciano il caso, all'esame di Ente Parco,
Provincia, Regione, Confederazione agricoltori e Università di Genova. Per l'uomo,
dicono gli esperti, non esiste alcun pericolo. Per l'ecosistema, invece, una
presenza quasi "salutare", danni a parte. Ma non è escluso che, oltre
ai lupi "puri", i contrafforti del Beigua siano frequentati da
branchi molto più pericolosi di cani inselvatichiti, che si potrebbero però
abbattere, in quanto specie non protetta….
……usciti dal bosco si svolta a destra su una strada asfaltata che sale fino all’area
attrezzata per il pic-nic di “Pian di Stella” e poco dopo si raggiunge
la grande croce Monumentale di cemento
…..
…è una struttura
realizzata in cemento armato posta a
quota 1267 mt., 700 metri ad Ovest della vetta del Monte Beigua, a Sassello, in
provincia di Savona. La croce è alta 18,50 m ed ha una apertura di quasi 7
metri. È dotata di una scala interna che conduce ad un braccio dal quale si può
spaziare con la vista dalla Corsica a gran parte dell'arco alpino
nord-occidentale….
….la struttura fu
realizzata tra il 1932 e il 1933, nella base è stata ricavata una piccola
cappella sopra la cui porta è incastonato un mattone della Porta Santa di Roma
a memoria dell'Anno Santo 1932. La croce è collegata al vicino Santuario della
Regina Pacis tramite una via Crucis scolpita dall'artista Emilio Demetz e
inaugurata nel 1937….
....salutiamo la neve e ci portiamo verso valle
inghiottiti dalla vegetazione invernale,
alcune foto qui sotto descrivono la nostra veloce discesa in boschi
indimenticabili, molto curati e in ordine….complimenti a chi se ne prende cura
….l’Alta Via con i rispettivi “raccordi”e molti sentieri in Liguria sono ben tracciati, segnalati e seguiti…. meritano di essere percorsi ….
….Il monte
Beigua è un rilievo montuoso
dell'Appennino ligure alto 1287 m s.l.m., che sorge sullo spartiacque
ligure-padano. È la cima più alta del cosiddetto "gruppo del Beigua",
di cui fanno parte i vicini monte Grosso (1265 mt.), monte Ermetta (1267 mt.),
il bric Veciri (1264 mt.), il monte Avzè (1022 mt.). La vetta si trova al
confine tra il territorio comunale di Varazze e quello di Sassello. Fa parte
del Parco naturale regionale del Beigua – (Beigua Geopark). Il monte Beigua è
attraversato da numerosi sentieri, il più importante dei quali è l'Alta via dei
Monti Liguri…..
…..ci soffermiamo ancora qualche minuto per goderci ancora una volta il “quadretto” Savona
e l’isola di Bergeggi…. Alpi e Prealpi innevate e lo splendido parco eolico ai
nostri piedi….…l’ultima serie di foto illustra la strada del rientro di un’escursione
molto bella, fredda e interessante, peccato che non abbiamo incontrato un’anima
viva….