martedì 2 febbraio 2016

Colle di Creto - Passo del Fuoco - Passo della Scoffera 2016




“COLLE DI CRETO – PASSO DEL FUOCO – PASSO DELLA SCOFFERA”


 




Colle di Creto (mt.605)
Passo del Fuoco (mt.978)
Passo della Scoffera (mt.674)
Tempo di percorrenza 3h 45’
Dislivello - (mt. 430)
Segnavia - (AV) Alta Via dei monti liguri
(E1) Europa 1 (E7) - tappa 27 – (AV)
Periodo – domenica 24 gennaio 2016

 

 









Partiamo  da Genova in val Bisagno, percorrendo  via Adamoli  superiamo Molassana e in corrispondenza di San Siro di Struppa (Istituto di lunga Degenza Doria) passiamo il ponte sul torrente e prendiamo la Strada Provinciale (SP 13) che ci collega con la valle Scrivia in direzione Creto. Salendo la valletta del “rio Torbido” raggiungiamo  il piccolo borgo di “Aggio” con  poco più di trecento abitanti……


….appena raggiunto Creto e intercettato il cartello del Comune di Montoggio lasciamo l’auto giusto li, a pochi metri (il posto non manca di certo lungo la strada). L’Alta Via parte su un stradina asfaltata che sale leggermente dapprima in mezzo a  villette, proseguendo …..terreni e recinti; una piccola cappelletta sulla destra ci presenta un’alba dominante……



















“Sviluppo”….Colle di Creto (605 m) – Versante sud del monte Cornua – Gola di Sisa (729 m) – Versante nord del Monte Alpesisa – Versanti nord ed est del Monte Lago – Colletto tra Monte Lago e Monte Lago Est (847 m) – Versante sud del Monte Lago Est – Versanti ovest e nord del Monte Candelozzo – Passo del Fuoco (978 m) – Versanti nord ed est del Monte Spina – Passo della Scoffera (674 m)…..




…… Siamo alle spalle della città di Genova, ad una decina di chilometri dal mare, eppure le montagne sono piuttosto aspre e selvagge. Il percorso è vario e interessante alterna tratti nel bosco a panoramici crinali. In alcuni punti il sentiero non è ben evidente, perciò occorre seguire con attenzione i segnavia…..

….usciamo dal bosco in  un verde pascolo con staccionata e cancello, siamo nella Gola di Sisa (mt. 729), valico inciso in una zona di caratteristiche argille rossastre, qui passava un’importante via mulattiera, che metteva in comunicazione Prato (Genova) con il Santuario delle Tre Fontane (Valle Scrivia). Scendendo verso Genova s’incontrano ancora tratti lastricati dell’antica mulattiera….
















….giù in basso si intravede il Lago di “Val Noci” che  è un ampio invaso artificiale ottenuto sbarrando la valle del Rio Noci con una diga. La val di Noci è incassata e selvaggia, compresa tra i ripidi fianchi boscosi del Monte Bano (1035 mt.), del Monte Alpesisa (984 mt.) e del Monte Candelozzo (1036 mt.)….


…..la diga che chiude a valle il lago è stata costruita tra il 1923 e il 1931, ed è la terza più alta della Liguria con i suoi 58 metri. È del tipo a gravità massiccia, dotata di tre scarichi (uno di superficie, uno di fondo e uno di alleggerimento) che servono a contrastare le violente piene stagionali del Rio Noci…




……saliamo verso  est dalla Gola di Sisa, oggi  lasciamo ad altri  l’imponente Monte Alpesisa dal caratteristico profilo trapezoidale, proseguiamo salendo lungo il suo fianco calpestando le foglie cadute dei suoi castagni sino a trovare i primi raggi di sole….



















….raggiungiamo il colletto  tra Monte Lago e Monte Lago Est (847 m),  dove troviamo un tavolo per ristorarsi e un’ampia vista.  Abbastanza vicini all’Alta Via si trovano due antichi villaggi oggi pressoché abbandonati;  Canate di Marsiglia, sul lato marittimo, e Noci sul versante padano….






…..saliamo ancora per poco, neanche il tempo per capire dove siamo che il sentiero ci porta subito a scendere in maniera evidente, forse troppo! (non si capisce bene ad occhio dove si riprenderà a salire)…mentre il piccolo borgo di Noci ci osserva in silenzio con il sole negli occhi….




….la sotto uno dei tanti paesini  abbandonati di Liguria;  il borgo di Canate (comune di Davagna). Se i lavori per la strada carrabile non si fossero fermati alla frazione di Marsiglia sarebbe sicuramente  abitato ancora oggi. Collocato sulle alture dell’entroterra genovese in prossimità di San Martino di Struppa questo piccolo borgo abbandonato risalta per la felice ubicazione e la ricchezza che, nonostante l’incuria del tempo, ancora traspare…

…terrazzini con ringhiere decorate in ferro battuto, scale rivestite in ardesia e i resti di qualche lampione testimoniano la vitalità di questo borgo che, ancora nel 1951, vantava 96 residenti. Incredibile se si pensa che questo paese è resistito non solo al tempo (alcuni studi collocano la formazione dei primi nuclei abitativi intorno al XII° secolo) ma anche alla furia nazi-fascista che qui - e lo ricorda una lapide visibile nel centro del paese - hanno appiccato fuoco al villaggio in uno dei tanti tristi episodi di rappresaglie alle attività partigiane….

….arrivati in fondo incontriamo l’ennesimo cancelletto, siamo sulle “pendici ovest del monte Candelozzo” (850 mt.), un bivio ci consente di andare a destra per proseguire in direzione Capenardo (monte con antenne) o a sinistra per poi risalire le pendici ovest aggirando il monte Candelozzo (1036 mt.)…


…..ben visibile il Parco delle Mura con il Forte Diamante (624 mt.) posizionato sulle alture tra la Val Polcevera e la Val Bisagno, prende il nome dal monte su cui è stato eretto tra il 1756 e il 1758 su proposta dell'ingegnere Jacques De Sicre, come posizione avanzata per controllare le mosse del nemico nelle valli sottostanti, e il Fratello Minore,(622 mt.) è un'opera fortificata che si trova sulle alture di Bolzaneto, in Val Polcevera, esterno alle "Mura Nuove di Genova", sorge sulla vetta del Monte Spino una delle due collinette che formano la cima del monte popolarmente chiamato “Due Fratelli”, in posizione dominante sulla Val Polcevera.....

….. subito dietro la sezione di Praglia con Colle Gandolfi (936 mt.) e il monte Pennello (995 mt.) più che di una vera e propria montagna, con una vetta ben definita, si tratta di un altopiano orientato in direzione nord-sud, relativamente ampio e caratterizzato da fianchi scoscesi e a tratti decisamente rocciosi…..



















….usciamo dal bosco in prossimità di una carrozzabile proveniente da Capenardo e diretta al Borgo di Noci, un cancello elettrificato ci divide dallo sterrato che facilmente apriamo per trovarci in prossimità del paletto dell’Alta Via n°245. Troviamo un tavolino dove ci sediamo qualche  minuto  per godere dello splendido panorama della Val Trebbia  spalleggiata dalle cime  della Val Fontanabuona….





















…..saliamo ancora superando un’altro cancelletto elettrificato  per proseguire in direzione  nord-est seguendo la  cresta, al Passo del Fuoco (978 mt.) ci fermiamo a fare uno spuntino proprio sopra Davagna e Moranego. Seguendo lo spartiacque su     sali-scendi divertenti passiamo prima il monte Dragona e poi ci appoggiamo sul versante nord del  monte Spina (985 mt.)….
















….ci inoltriamo nuovamente in discesa nel bosco prima di uscire a cielo aperto nell’ultimo tratto della nostra tappa, si vede Torriglia laggiù verso nord, più vicino qu sotto Tercesi si fa notare per il suo “Castello Becchi”. Un salto nel vuoto verso “La Scoffera”, la discesa è molto ripida (non oso pensare di farla in salita d’estate).…




…..il valico prende il nome dalla frazione di Scoffera nel comune di Davagna, ma il Passo è condiviso dai comuni di Davagna e di Torriglia. È un passo storicamente molto importante, dato che ci transitava la strada statale 45 di Val Trebbia che collega Genova a Piacenza…..
….attraverso il passo dello Scoffera (674 mt. s.l.m.) è possibile il collegamento viario tra le due valli del torrente Bisagno e lo Scrivia; il passo fu un'antica via di comunicazione tra la costa ligure e la pianura padana soprattutto per i traffici commerciali.

Il vecchio tratto di statale che toccava il punto di valico è stato declassato ed oggi la statale sottopassa il colle con una galleria.  Il colle è tuttora una apprezzata meta ciclistica ed è stato un punto di passaggio del Giro d'Italia nell'edizione 2004....



















…..siamo alla fine della nostra camminata, di non troppo interesse fotografico perché per più di metà percorso marcia dentro ai boschi, neanche troppo faticosa poiché sale sempre dolcemente aggirando i pendii più severi, del resto è una bella scampagnata da fare a mio avviso in mezza stagione….




  ….stiamo per raggiungere il centro abitato del “Passo”, il finale di tappa è previsto all’inizio di Via  Piane di Scoffera, (in prossimità della piazza) il sentiero si immette  vicino al civico “5a” dove abita il mio amico PierLuigi  che ci ha gentilmente riaccompagnato all’auto parcheggiata all’inizio della tappa sul Colle di Creto, passando dalla frazione di Laccio….   



2 commenti:

  1. Complimenti a tutti e tre! Sito perfetto con belle foto e spiegazioni chiarissime. Grazie.
    Mauro

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  2. Complimenti bellissimo servizio grazie per le belle foto
    alla prossima ciaoooooo

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