“COLLE
DI CRETO – PASSO DEL FUOCO – PASSO DELLA SCOFFERA”
Passo
del Fuoco (mt.978)
Passo
della Scoffera (mt.674)
Tempo
di percorrenza 3h 45’
Dislivello
- (mt. 430)
Segnavia
- (AV) Alta Via dei monti liguri
(E1)
Europa 1 (E7) - tappa 27 – (AV)
Periodo
– domenica 24 gennaio 2016
Partiamo da Genova in val Bisagno, percorrendo via Adamoli superiamo Molassana e in corrispondenza di San Siro di Struppa (Istituto di lunga Degenza Doria) passiamo il ponte sul torrente e prendiamo la Strada Provinciale (SP 13) che ci collega con la valle Scrivia in direzione Creto. Salendo la valletta del “rio Torbido” raggiungiamo il piccolo borgo di “Aggio” con poco più di trecento abitanti……
….appena
raggiunto Creto e intercettato il cartello del Comune di Montoggio lasciamo
l’auto giusto li, a pochi metri (il posto non manca di certo lungo la strada).
L’Alta Via parte su un stradina asfaltata che sale leggermente dapprima in
mezzo a villette, proseguendo …..terreni
e recinti; una piccola cappelletta sulla destra ci presenta un’alba dominante……
“Sviluppo”….Colle di Creto (605 m) – Versante sud del monte Cornua – Gola di Sisa (729 m) – Versante nord del Monte Alpesisa – Versanti nord ed est del Monte Lago – Colletto tra Monte Lago e Monte Lago Est (847 m) – Versante sud del Monte Lago Est – Versanti ovest e nord del Monte Candelozzo – Passo del Fuoco (978 m) – Versanti nord ed est del Monte Spina – Passo della Scoffera (674 m)…..
……
Siamo alle spalle della città di
Genova, ad una decina di chilometri dal mare, eppure le montagne sono piuttosto
aspre e selvagge. Il percorso è vario e interessante alterna tratti nel bosco a
panoramici crinali. In alcuni punti il sentiero non è ben evidente, perciò
occorre seguire con attenzione i segnavia…..
….usciamo
dal bosco in un verde pascolo con staccionata
e cancello, siamo nella Gola di Sisa (mt. 729), valico
inciso in una zona di caratteristiche argille rossastre, qui passava
un’importante via mulattiera, che metteva in comunicazione Prato (Genova) con
il Santuario delle Tre Fontane (Valle Scrivia). Scendendo verso Genova
s’incontrano ancora tratti lastricati dell’antica mulattiera….
….giù in basso si intravede il Lago di “Val Noci” che è un ampio invaso artificiale ottenuto sbarrando la valle del Rio Noci con una diga. La val di Noci è incassata e selvaggia, compresa tra i ripidi fianchi boscosi del Monte Bano (1035 mt.), del Monte Alpesisa (984 mt.) e del Monte Candelozzo (1036 mt.)….
…..la
diga che chiude a valle il lago è stata costruita tra il 1923 e il 1931, ed è
la terza più alta della Liguria con i suoi 58 metri. È del tipo a gravità
massiccia, dotata di tre scarichi (uno di superficie, uno di fondo e uno di
alleggerimento) che servono a contrastare le violente piene stagionali del Rio
Noci…
……saliamo
verso est dalla Gola di Sisa, oggi lasciamo ad altri l’imponente Monte Alpesisa dal caratteristico
profilo trapezoidale, proseguiamo salendo lungo il suo fianco calpestando le
foglie cadute dei suoi castagni sino a trovare i primi raggi di sole….
….raggiungiamo
il colletto tra Monte
Lago e Monte Lago Est (847 m), dove
troviamo un tavolo per ristorarsi e un’ampia vista. Abbastanza vicini all’Alta Via si trovano due
antichi villaggi oggi pressoché abbandonati; Canate di Marsiglia, sul lato marittimo, e
Noci sul versante padano….
…..saliamo
ancora per poco, neanche il tempo per capire dove siamo che il sentiero ci porta
subito a scendere in maniera evidente, forse troppo! (non si capisce bene ad
occhio dove si riprenderà a salire)…mentre il piccolo borgo di Noci ci osserva in
silenzio con il sole negli occhi….
….la
sotto uno dei tanti paesini abbandonati
di Liguria; il borgo di Canate (comune
di Davagna). Se i lavori per la strada carrabile non si fossero fermati alla frazione
di Marsiglia sarebbe sicuramente abitato
ancora oggi. Collocato sulle alture dell’entroterra genovese in prossimità di
San Martino di Struppa questo piccolo borgo abbandonato risalta per la felice
ubicazione e la ricchezza che, nonostante l’incuria del tempo, ancora traspare…
…terrazzini
con ringhiere decorate in ferro battuto, scale rivestite in ardesia e i resti
di qualche lampione testimoniano la vitalità di questo borgo che, ancora nel
1951, vantava 96 residenti. Incredibile se si pensa che questo paese è
resistito non solo al tempo (alcuni studi collocano la formazione dei primi
nuclei abitativi intorno al XII° secolo) ma anche alla furia nazi-fascista che
qui - e lo ricorda una lapide visibile nel centro del paese - hanno appiccato
fuoco al villaggio in uno dei tanti tristi episodi di rappresaglie alle
attività partigiane….
….arrivati
in fondo incontriamo l’ennesimo cancelletto, siamo sulle “pendici ovest del monte
Candelozzo” (850 mt.), un bivio ci consente di andare a destra per proseguire
in direzione Capenardo (monte con antenne) o a sinistra per poi risalire le
pendici ovest aggirando il monte Candelozzo (1036 mt.)…
…..ben visibile il Parco delle
Mura con il Forte Diamante (624 mt.) posizionato sulle alture tra la Val
Polcevera e la Val Bisagno, prende il nome dal monte su cui è stato eretto tra
il 1756 e il 1758 su proposta dell'ingegnere Jacques De Sicre, come posizione
avanzata per controllare le mosse del nemico nelle valli sottostanti, e il
Fratello Minore,(622 mt.) è un'opera fortificata che si trova sulle alture di
Bolzaneto, in Val Polcevera, esterno alle "Mura Nuove di Genova",
sorge sulla vetta del Monte Spino una delle due collinette che formano la cima
del monte popolarmente chiamato “Due Fratelli”, in posizione dominante sulla
Val Polcevera.....
…..
subito dietro la sezione di Praglia con Colle Gandolfi (936 mt.) e il monte
Pennello (995 mt.) più
che di una vera e propria montagna, con una vetta ben definita, si tratta di un
altopiano orientato in direzione nord-sud, relativamente ampio e caratterizzato
da fianchi scoscesi e a tratti decisamente rocciosi…..
….usciamo
dal bosco in prossimità di una carrozzabile proveniente da Capenardo e diretta
al Borgo di Noci, un cancello elettrificato ci divide dallo sterrato che facilmente
apriamo per trovarci in prossimità del paletto dell’Alta Via n°245. Troviamo un tavolino dove ci sediamo qualche minuto per godere dello splendido panorama della Val Trebbia spalleggiata dalle cime della Val Fontanabuona….
…..saliamo
ancora superando un’altro cancelletto elettrificato per proseguire in direzione nord-est seguendo
la cresta, al Passo del Fuoco (978 mt.)
ci fermiamo a fare uno spuntino proprio sopra Davagna e Moranego. Seguendo lo
spartiacque su sali-scendi divertenti
passiamo prima il monte Dragona e poi ci appoggiamo sul versante nord del monte Spina (985 mt.)….
….ci
inoltriamo nuovamente in discesa nel bosco prima di uscire a cielo aperto nell’ultimo
tratto della nostra tappa, si vede Torriglia laggiù verso nord, più vicino qui
sotto Tercesi si fa notare per il suo “Castello Becchi”. Un salto nel vuoto
verso “La Scoffera”, la discesa è molto ripida (non oso pensare di farla in
salita d’estate).…
…..il
valico prende il nome dalla frazione di Scoffera nel comune di Davagna, ma il
Passo è condiviso dai comuni di Davagna e di Torriglia. È un passo storicamente
molto importante, dato che ci transitava la strada statale 45 di Val Trebbia
che collega Genova a Piacenza…..
….attraverso
il passo dello Scoffera (674 mt. s.l.m.) è possibile il collegamento viario tra
le due valli del torrente Bisagno e lo Scrivia; il passo fu un'antica via di
comunicazione tra la costa ligure e la pianura padana soprattutto per i
traffici commerciali.
Il
vecchio tratto di statale che toccava il punto di valico è stato declassato ed
oggi la statale sottopassa il colle con una galleria. Il colle è tuttora una apprezzata meta ciclistica
ed è stato un punto di passaggio del Giro d'Italia nell'edizione
2004....
…..siamo
alla fine della nostra camminata, di non troppo interesse fotografico perché per
più di metà percorso marcia dentro ai boschi, neanche troppo faticosa poiché sale
sempre dolcemente aggirando i pendii più severi, del resto è una bella
scampagnata da fare a mio avviso in mezza stagione….
….stiamo
per raggiungere il centro abitato del “Passo”, il finale di tappa è previsto
all’inizio di Via Piane di Scoffera, (in
prossimità della piazza) il sentiero si immette
vicino al civico “5a” dove abita il mio amico PierLuigi che ci ha gentilmente riaccompagnato all’auto
parcheggiata all’inizio della tappa sul Colle di Creto, passando dalla frazione
di Laccio….
Complimenti a tutti e tre! Sito perfetto con belle foto e spiegazioni chiarissime. Grazie.
RispondiEliminaMauro
Complimenti bellissimo servizio grazie per le belle foto
RispondiEliminaalla prossima ciaoooooo